Capezzolo Introflesso: come e dove curarlo.
Capezzolo introflesso: in cosa consiste?
Il capezzolo introflesso, detto anche capezzolo ritenuto, è un problema che riguarda molte donne e anche uomini, sin dall’età della pubertà. Queste donne presentano un capezzolo che non fuoriesce e non si proietta normalmente, ma oggi esiste la possibilità di correggere questo difetto ricorrendo alla chirurgia plastica, e riacquistare una corretta proiezione.
Il chirurgo plastico al momento della visita dovrà valutare il grado di introflessione e l’età della paziente. La causa di questo problema è dovuta alla retrazione dei dotti galattofori, i tubicini che giungono al capezzolo e permettono di allattare, e la tecnica chirurgica di correzione del capezzolo introflesso consiste nell’interrompere la retrazione e tali tubicini.
Di norma chi è affetto non può allattare, e dopo la correzione chirurgica questa possibilità si riduce ulteriormente.
Intervento Capezzolo introflesso:
L’intervento viene eseguito in anestesia locale, ma può essere eseguito anche in sedazione totale – solitamente quando il difetto è bilaterale, cioè il capezzolo introflesso riguarda entrambi i seni.
Le incisioni chirurgiche vengono localizzate sia a livello del capezzolo che a livello aureolare (aureola del capezzolo), ma in tante occasioni solo al capezzolo.
Come funziona il post operazione:
Al termine dell’operazione, il capezzolo ritenuto verrà suturato sia all’interno (pull out), per proiettare il capezzolo, che sulla cute esterna (per meglio affrancare i margini), e al termine verrà posizionata una medicazione speciale ad anello (detta a ring)
In questo caso non è consigliabile indossare subito il reggiseno perché potrebbe schiacciare il capezzolo appena corretto e proiettato.
Come per tutti gli interventi, il processo di guarigione durerà settimane o mesi, sino alla completa risoluzione del processo di cicatrizzazione.